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Un solitario in compagnia

Oggi pensavo a quanto mi piacerebbe ‘farmi’ un solitario. solitario-fiore11Un anello con
diamante insomma. Ovviamente non quello con le carte plastificate
modiano. Napoletane chiaramente, le altre neanche le riconosco. E poi
non sono una brava giocatrice, non riesco a barare. Non so giocare in
modo sleale con gli uomini pur di farmi impalmare ed è probabilmente
per questo che il solitario – quello da anulare ad almeno un carato –
non me lo ha mai regalato nessuno. Forse non tutte le donne sognano il
matrimonio, l’abito bianco, l’essere la regina del mondo e di un uomo
per un giorno (almeno per 24 ore accidenti!)… Ma sfido chiunque a
dirmi che non ha mai fantasticato su un perfetto, luccicantissimo e
preziosissimo anello di fidanzamento.
Perchè quella veretta è simbolo del pegno d’amore. Sottolinea il
valore della promessa di matrimonio che il fidanzato rivolge alla
propria amata. La tradizione poi è bellissima: veniva infilato
all’anulare sinistro perchè un tempo si credeva che da qui partisse
una vena diretta al cuore. A me, al massimo, parte un embolo. C’è una
mia amica – pensate – che ne ha due: regalati da due ex. Le restano i
solitari, che ora tanto solitari non sono più. Sono in due e si fanno
compagnia. A me restano, invece, le carte modiano: magari visto che
sono sfortunata al gioco potrei essere più fortunata in amore…

(dalla rubrica La Vitamina del 26.02.2010)

Abbordo a bordo piscina #provetecnichedibalneazione

«Si potrebbe andare tutti quanti alla piscina comunale… ». Sì, lo so, Jannacci nella sua canzoncina diceva “zoo”. Ma lo scenario che si apre davanti agli occhi di chi va a immergere l’alluce in piscina è altrettanto selvaggio. Di certo rappresenta il migliore rimedio per mettere in stand by la canicola estiva. Passaggio obbligato per chi è costretto a restare in una città “senza mare né parte”. img_Acc_Scale_02x
Ed è qui, in questo grande recinto zoologico con al centro la maxi vasca, che si svolgono le prove tecniche di balneazione. Pance sblusate sull’elastico – troppo stretto – del costume. Una pinguedine che sembra arrivare direttamente dal videoclip “Physical” di Olivia Newton John. Pelle ancora pallida che galleggia nel cloro (sbiancante). E al sole fisici scolpiti da un anno intenso di palestra con annesso ingurgitamento di steroidi. Insomma, tutti a fare le tartarughe marine, distinguibili solo da dove è posizionato il carapace. Ed è sempre qui che ,”in stile libero”, il provolone (“fastidiosissimo surrogato d’uomo”, fonte nonciclopedia.it) tenta il suo abbordaggio ai danni dell’ignara bagnante in bikini (un costumino così piccolo da sembrare un tatuaggio).
La scena è la seguente: lei è appena riemersa dai flutti, risalendo dalla scaletta; si sfila la cuffietta dai capelli con non poche difficoltà (il lattice le si è arpionato al cuoio capelluto come accadeva con la tecnica anni ’80 per fare i colpi di sole); si stende sul suo lettino e inizia a ungersi con olio abbronzante che le darà un effetto “culluriello dell’Immacolata” (cfr. cucinacalabrese.org) e… Arriva lui.
«Guarda cioè, mi sa che io e te ci siamo visti da qualche parte…», fa lui. «Ma dove? Non mi pare proprio!». Alla risposta di Miss bikini lui vira sulla consulenza dermatologica che poi sfocia nella proposta fatidica: «Ma domani torni in piscina?». E mentre lo chiede già immagina di diventare il nuovo campione del mondo del bacio in apnea. E si “rituffa” di testa nel suo abbordaggio: «Vengo anchio?». No, tu no.

LE FALSE PARTENZE (e quelle intelligenti)

Ci sono le partenze intelligenti e le false partenze.
Alle prime sono dediti soprattutto i tipi previdenti e precisi. Stanno lì, piantati davanti a google maps a scrutare cartine e itinerari prima di passare allo studio accurato del sito autostrade.it. Cercando di capire qual è la migliore destinazione per le loro vacanze, ma soprattutto l’orario ideale per lasciare la città. 02_01-03-2011-vignetta
Mi viene da pensare che anche in “amore” adottino lo stesso comportamento. Soprattutto in una delle situazioni “classiche”: hanno capito che è tempo di lasciare la loro donna/il loro uomo ma aspettano il momento migliore per farlo. Magari – meglio – aspettano di trovare appunto di “meglio”. Insomma, una vacanza fa sempre bene ma vale la pena lasciare la città quando ci
sono le condizioni più vantaggiose per farlo.
Quelli delle false partenze, invece, si lanciano a capofitto in nuove avventure pseudoamorose senza neanche aspettare di sentire il colpo di pistola dello starter. Vedono uno/una bipede qualunque incrociare la loro strada e si precipitano, facendosi così travolgere da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (come nel film di Lina Wertmuller). Ma anche in quello di luglio. Ovviamente dopo poco si rendono conto che la relazione sta naufragando e che sarebbe stato meglio andarci un po’ più cauti.
In medio stat virtus: partite per la vostra avventura magari portandovi dietro una cartina e una bussola (i metodi tradizionali sono sempre i più affidabili), sarete attrezzati per l’imprevisto. E quando avvistate un “posto” che vi piace godetevelo ma con calma.
La vacanza così durerà più a lungo.

DONNE A PEZZI

La macelleria e il centro estetico.
Anzi, il centro estetico è (verbo) una macelleria. Il luogo in cui le donne vanno a comprare la carne e quello in cui portano la propria carne hanno fondamentalmente una cosa in comune: i “tagli”. A seconda delle zone da trattare o da depilare (soprattutto) ci sono tariffe differenti. I prezzi dipendono dal pezzo. fotopartibovino
Vi faccio alcuni esempi: coscia 25 euro; ceretta ‘inferiore’ 17 euro; inguine 7 euro e c’è anche l’inguine ‘integrale’ a 12 euro; ascelle 7 euro; braccia 17 euro; labbro superiore (attenzione, quello inferiore si depila solo agli yeti) costa 3 euro. E poi c’è anche il supplemento addome e quello schiena (paura!!!) a soli 3 euro. A seconda della zona corrisponde una cifra, un po’ come per i tagli della carne bovina.
Lombata, fesa, fusello, noce, girello, filetto. Prima, seconda, terza scelta.
Le donne, invece, non hanno scelta: devono sottoporsi alla macellazione estetica del bulbo pilifero. Sì, anche le più convinte animaliste. E poi, chiaramente, la tariffa non è in relazione alla quantità della peluria presente su una zona. Se, cioè, avete più folti crini dal ginocchio in giù pagherete sempre 17 euro. Se le vostre cosce sono quasi glabre spenderete comunque la bellezza di 25 euro. Insomma, a me, questo “spezzatino” del corpo femminile ricorda troppo quella della macelleria e un po’ mi inquieta.
Senza considerare il dolore connesso allo strappo…
Certo, siamo abituate a traumi peggiori e a rimettere insieme i pezzi dopo grandi dolori. Ecco, forse, dopo una ceretta ci meritiamo una cenetta, completa.

ACQUA IN BOCCA

Alcuni uomini sembrano pesci nell’acquario. Alcune donne, invece, somigliano alle cicale d’estate: non “spengono” mai il loro continuo cicaleccio.
Scena tipica: una coppia è a tavola con amici. Zoom su di lui: ha le labbra serrate. Bocca chiusa.
Zoom su di lei: «A Carlo (poniamo il caso lui si chiami così) non piace il formaggio, grazie… Riguardo la politica estera Carlo pensa che… Sì, meglio solo un po’ d’acqua. Carlo non può bere vino, deve guidare… No, Carlo crede che avrebbe dovuto vincere l’Inter perchè… (sì, mettono becco anche sul calcio!)».
Lei, con le mani unite e i gomiti altezza fianchi, insomma con l’atteggiamento di chi sta per emettere una sentenza, ha da (ri)dire su tutto. C’è un’odiosa categoria di donne che parla al posto del partner, risponde per lui ogni volta che viene interpellato e anche quando non viene interpellato. Lei apre bocca per tutti e due, usando rigorosamente il plurale maiestatis come il divino Otelma, ma soprattutto si esprime per lui. E lui cosa fa? Resta con le labbra serrate.pesce
Più che mogli, fidanzate o compagne la vera ambizione (vocazione?) di queste tipe sembra quella di essere mamme di bambini già cresiuti: ovvero dei loro partner. Non cambiano loro il pannolino (almeno così mi auguro), ma li imboccano con “pappe” di parole. Le donne in media riescono a pronunciare circa 8000 parole al giorno, gli uomini raggiungono a malapena le 4000 parole. E’ scientificamente provato. In realtà parlando per bocca delle loro donne, come faceva Rockfeller (il corvo in frac) con il suo ventriloquo José Luis Moreno, ne spiccicano almeno 12000. Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Quando la donna si mette “davanti” evidentemente il suo uomo non è poi così grande. Oppure ha le branchie.

Il divano arancione

Il divano. Due, tre posti.
Con o senza chaise longue (ma un prolungamento fa sempre comodo). arancio
“Tre sul divano” nel film con Jerry Lewis, “Due sotto il divano” quelli della pellicola con Walter Matthau. In due o in tre, sopra o sotto (in quest’ultimo caso spazzate bene la polvere “sotto”).
Ognuno scelga secondo i propri gusti (e soprattutto in base alle proprie “possibilità”). Se ci si stringe bene – appollaiandosi sui braccioli – ci si sta anche in quattro, o in cinque (per quelli che prediligono le “cifre” dispari).
Ma i numeri non contano: l’importante è che abbiate un divano divino in casa. Il divano, ombelico dell’appartamento. Arredo essenziale e insopprimibile: sul divano si guarda il tv, si mangia e si fa l’amore (con un po’ di acrobazie). Non incide neanche il fatto che sia o meno “letto”: in due si può dormire a “cucchiaio”, in tre a “sandwich”. Ma perchè dormirci?
In “uno” ci dorme il partner sfrattato dal talamo di coppia che, invece, resta a digiuno: senza cucchiaio e senza sandwich.
Il divano: complice dei baci adolescenziali alle feste, ma anche di quelli delle maturità. Sospiro.
Io ho un divano: arancione, letto, due posti e chaise longue. Nonostante non sia sempre comodo ci si può, però, accomodare. Essere “accomodanti” – forse – è il segreto… del mio divano.
Ci sono divani & divani, persone & persone. E come diceva Sabrina Ferilli, proprio nello spot di una marca di divani: «Beato chi so fa’ il sofà!».

IL PALLEGGIO: tra bugie maschili e paranoie femminili (uff!)

La scusa – del maschio fedifrago – vecchia come il crucco era: «Cara stasera non ci sono, vado a giocare a calcetto con gli amici». Il verbo è al passato perchè, con il cambio di stagione, è necessario un updating (un aggiornamento).
«Cara, stasera vado a giocare a tennis». La “palla” (bugia) è più piccola ma, di fondo, è la stessa. Tennis Balls in Heart Shape Love
Complici gli “Internazionali” è ritornato prepotentemente di moda il tennis: fa più figo. Soprattutto con la bella stagione.
Ma a meno che il tizio sospetto non sia un novello Rafa Nadal, c’è da preoccuparsi. Forse, attenzione, forse. Probabilmente non sta dicendo la verità e in realtà il supposto infedele – armato della sua personale racchetta – potrebbe prepararsi a giocare un doppio con un’altra donna in gonnellino bianco a pieghe. Primavera, quindi, stagione di nuovi sospetti. Tranquille. E’ facile fare venire allo scoperto il presunto bugiardo, basterà giocare (d’astuzia). Intanto, usate il vostro buon senso e i sensi.
L’olfatto: serve davvero spruzzarsi di profumo per fare poi una bella sudata?
La vista: controllate che la suola delle sue scarpe da tennis sia sporca di terra rossa.
L’udito: accertatevi che parlando al telefono, dall’altro capo, ci sia davvero un istruttore o un compagno di squadra e che il loro appuntamento sia al campo da tennis e non a quello sperduto in campagna.
E poi, mi raccomando, il tatto. Perchè anche se morbosamente gelose e paranoiche le donne dovrebbero avere sempre buon gusto. Se e solo se avete le prove del tradimento tirategli un bel mal-rovescio. Questo sì che è tatto. 15-30 per voi. Match point!
Ma prima di esultare davvero per la vostra vittoria ponetevi anche una domanda: il tennista “ha giocato” con voi perchè NON sapete giocare a tennis?

LA PARTITA AMICHEVOLE

“L’amichevole” nello sport – e nel calcio in particolare – è una partita tra due squadre in cui non c’è alcun trofeo ufficiale e non è considerata valida per l’assegnazione di punti in una competizione (il campionato). Proprio come capita nel rapporto tra uomo e donna: quando questi sono l’uno per l’altro l’amico o l’amica speciali. Schermata 2013-05-15 a 18.57.37
Le partite amichevoli molto spesso si disputano prima dell’inizio della stagione, oppure nei vuoti eventuali che si vengono a creare, per consentire ai giocatori di raggiungere una migliore forma fisica in prospettiva degli incontri ufficiali. Dove per “incontri ufficiali” si intendono quelli con i titolari: partner, compagni/e, mariti/mogli, fidanzati/e. In pratica questo tipo di competizione è soprattutto un allenamento.
Ovviamente come tutti gli incontri sportivi bisogna rispettare delle regole di gioco. Una su tutte: vietato innamorarsi. Altrimenti che amichevole sarebbe? Ma se questo accade, tranquilli, perché l’arbitro non tirerà fuori dal taschino il cartellino rosso.
L’amicizia tra un uomo e una donna può anche trasformarsi in una partita del cuore.
Dettaglio: per definizione sono amichevoli anche le partite di beneficenza.

IL LAVORATORE NOBILITA LA DONNA

Il lavoro nobilita l’uomo, ma anche la donna. O meglio, i lavoratori nobilitano le donne. tuttofare
Perchè ci sono alcuni “lavoretti” (lavoroni!) nei quali i maschi riescono particolarmente bene tanto da soddisfare le femmine più esigenti.
Lavoretti manuali, s’intende. Quello che è accaduto a un’amica spiega meglio ciò che voglio dire.
Francesca ha traslocato da poco. Le donne, si sa, hanno poca dimestichezza con trapani, martelli, cacciavite e tutte quelle diavolerie che può contenere una cassetta degli attrezzi.
Ma Francesca è una donna diversa: riesce a montare mensole e mobili, smontare tubi, sa imbiancare le pareti e riesce perfino a realizzare un impianto elettrico. Eppure nel sistemare la sua casa, da cima a fondo, voleva avere comunque un supporto maschile. Perchè alla forza fisica di una donna non sempre corrisponde la stessa robustezza interiore.
Francesca conosce un “uomo a ore”. Uno di quelli che eseguono una serie di lavoretti e si fanno retribuire con soli cinque euro all’ora, non importa quale sia il compito che gli assegnate perchè loro sono in grado di svolgerlo e il prezzo resta sempre quello.
Francesca ha contattato il suo uomo a ore. Ma questo tipo di uomini ha sempre una miriade di donne che lo corteggiano, per ovvie ragioni. Insomma la lista d’attesa è lunga. E proprio in questa attesa lei – che è una donna diversa – non è rimasta con le braccia conserte e ha iniziato a fare da sé. Quando lui ha suonato alla sua porta non c’era rimasto più nulla da montare. O quasi…

Buon primo maggio

CALCIO D’INIZIO (istigazione pro tifo… per donne)

Calcio d’inizio… Nel senso che spesso – molto spesso – quando lui ama il calcio lei (che è pazza…) dà un calcio a lui.
Ma ogni quattro anni accade il miracolo: per puro spirito patriottico le donne si mettono sedute sul divano accanto al loro uomo per guardare le partite dei mondiali. Il vero anno bisestile per i maschi, infatti, segue un altro calendario: non quello gregoriano, ma quello sportivo. Anno bisesto, anno funesto. E così gli uomini devono subire quelle vocine squillanti che ripetono sempre le stesse domande: «Ma i nostri chi sono?». E magari si sta giocando la partita Svizzera-Honduras. Scellerate! guida_mondiali_tifo_o_gdo
Per giocare bene, care donne, bisogna allenarsi tutte le domeniche (anticipi e posticipi inclusi). Non basta scendere in campo ogni quattro anni. Dovete farvi contagiare dal tifo e vi avviso: non esiste vaccino. Non vi sentirete più trascurate dal vostro partner e si creerà un vero e proprio affiatamento di ‘squadra’ (soprattutto nel caso dei triangoli amorosi).
Concentratevi, prendete informazioni, state attente ai colori e TACETE. Magari fatevi aiutare da un preparatore atletico…
E pian piano riuscirete a stare al passo con i suoi allenamenti tra campionati e “uefe” champions league.
Certo, mi riferisco alle donne che con le palle – quelle calcistiche – non hanno troppa dimestichezza. Non sapete cosa vi state perdendo!
E poi guardate all’aspetto positivo. Avete l’opportunità di ammirare uomini baldanzosi correre in pantaloncini dietro una sfera, che lottano con la fronte imperlata di sudore per metterla dentro la rete.
Goal.
Gustatevi ogni fallo: di mano, di piede, di testa. Calcio d’inizio, e di-rete: «Peccato duri soltanto 90 minuti».